mercoledì 19 marzo 2008

"ZERO ELEVATO ZERO UGUALE UNO"

Quando l'ovvio stupisce, ci s'accorge che esiste coerenza nel generare un uno partendo dal nulla.

Ovvero, quando un musicista rimane affascinato da un soundcheck e, per questo, osserva con occhio critico ed ascolta con orecchio 'scettico' nasce una recensione di un valore inestimabile...

Sabato 8 Marzo mi trovavo in Piazza Castello a Torino, con la mia ragazza.

Avevamo sentito di un fantomatico concerto per la festa della donna, ed andavamo a curiosare con un pezzo di focaccia di Recco in mano a riscaldare una serata gelida.. ed eccomi là in mezzo a passare tra le fontane, mentre assorto tra i miei pensieri mi sento attirare da uno strano rumore in sottofondo, che pian piano mi riporta vigile e mi attira verso quel palco incastrato tra i Giardini Reali e Palazzo Madama.
Non è un rumore.. è un vocalizzo... Mah... mi avvicino ancora un po’, a questo punto incuriosito se non altro da quella strana pettinatura ... ma è un cappello?
Ah no, sono dei rasta, wow! Capisco in fretta che si sta svolgendo il più classico dei soundcheck, con la ragazza – ma è pure carina!! (questo alla mia ragazza non l’ho detto) – che improvvisa una canzoncina free style sul freddo e la difficoltà di suonare la chitarra col freddo (quanto ti capisco!). Ancora un minuto e si provano i volumi.. chitarra acustica... sinth... sinth... (due sinth??)... tastiera... chitarra elettrica... e poi... ma è una voice loop station?? Maddaii!! Che figata!! Ascoltiamo un po’... Ecco, a questo punto, proprio in questo momento, ho smesso di fare l’occhio da musicista che sa e guarda con sufficienza ed inizia invece a scoprire qualcosa di inaspettato, ed inizia a scoprirsi rapito da quanto sta succedendo. Vengo in fretta a conoscenza che si tratta di Naif, una cantante valdostana che non avevo mai visto o sentito in vita mia... Perdonatemi, ma suono post hardcore e tempi dispari... e il panorama italiano non offre tanto in materia! Ad ogni modo a quel punto ho visto e sentito a sufficienza per aspettare l’inizio del concerto (quasi un’ora e mezza al freddo, merito già un premio!).

Alle fatidiche ore 22, con mezz’ora standard di ritardo (ma lo facciamo tutti!!) inizia il concerto, ed io capisco subito che ne è valsa la pena... Come ho già detto, non conoscevo questa ragazza grintosa e piena di verve che osservavo muoversi sul palco, interpretando con le mani e con lo sguardo parole e melodie. Il palco è pieno, di strumenti ma soprattutto di lei, che sa come attirare l’attenzione e catalizzare gli sguardi. La musica in alcuni casi è relativa. Naif, per quello che ho visto io, è voce che si manifesta attraverso movimenti e linee disegnate con le mani. Sento delle armonizzazioni vocali che mi stupiscono e mi impietriscono per la loro coerenza espressiva e d’insieme. Del resto la voce sembra ripescata dal blues e dal soul, attraversa 5 ottave senza una stonatura, pur mantenendo una leggera flessione quasi infantile che ne fa un elemento unico ed affascinante. L’unica pecca della serata è stato il volume del microfono della loop, che era intermittente e spesso faceva perdere alcune parti (ma il fonico da fuori non se n’è accorto?? Mah... ). Per il resto non ho potuto far altro che scoprire un vero talento tutto italiano che non mi sarei mai aspettato, un ibrido musicale completamente orecchiabile e ben suonato, un’interpretazione sentita e partecipata che buca lo schermo, una voglia di musica che trapela da tutti i pori.

Cara Naif, il tuo babbo si sbaglia(*). Con la musica ci si può campare. E tu devi.

Andre

(*) NdT: Rif. OUI MAMAN. Spec. "... tuo fratello ha trovato lavoro sicuro, tua sorella si è iscritta all'università e tu? con la musica non ci puoi campare, lo hai sentito tuo padre? oui maman!..."

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